Come fare manutenzione al depuratore acqua
Se anche tu hai un depuratore d’acqua e vuoi capire come fare la manutenzione, ti consigliamo di leggere questo breve post. La manutezione fai-da-te ai depuratori d’acqua di casa sicuramente non sostituisce il lavoro di un tecnico specializzato e autorizzato. Questo post serve ad istruire i clienti sui passaggi corretti per valutare l’azienda qualificata alla quale rivolgersi per fare la manutenzione al depuratore d’acqua.
Come fare la manutenzione al depuratore d’acqua a microfiltrazione
A seconda del depuratore d’acqua di casa da voi adottato, sono previsti dei passaggi diversi per fare la manutenzione periodica. Infatti mentre la legge italiana prevede un cambio annuale obbligatorio al fine di garantire una non-alterazione peggiorativa dell’acqua potabile di rete, le case costruttrici prevedono periodi differenti a seconda della tipologia di depuratore d’acqua installato.
I sistemi a microfiltrazione infatti, con tecnologia ai carboni attivi, hanno infatti un principio di funzionamento a intasamento. Questo vuol dire che superata l’autonomia di litri di utilizzo che il filtro acqua riesce a garantire, è obbligatorio cambiarlo indipendentemente dal tempo passato dal giorno di installazione.
Se quindi il filtro si esaurisce a 8 mesi dal ciclo di utilizzo, anche se l’anno non è ancora scaduto come previsto dalla legge italiana, è opportuno e obbligatorio effettuare il cambio dei filtri.
Quando si decide di installare un depuratore di questa tipologia, è bene dotarsi di un prodotto che abbia la possibilità di contare i litri di acqua erogata. Senza un contalitri o un sistema di riconoscimento dello stato di usura del filtro, effettuare una corretta manutenzione risulta davvero impossibile.
I passaggi corretti per fare la manutenzione al depuratore d’acqua a microfiltrazione
Arrivati a scadenza il procedimento di manutenzione è abbastanza semplice. Per prima cosa, bisogna intercettare la valvola di sicurezza posta a monte del depuratore e scaricare dal rubinetto l’acqua presente al suo interno. Se provvista di accensione elettronica, staccare anche l’alimentazione. Una volta smontato il filtro, utilizzare un disinfettante alimentare certificato e pulire tutti i raccordi a innesto rapido del depuratore, avendo accortezza a lavarli una volta disinfettati con acqua corrente. E’ importante in questa fase igienizzare bene la testata del filtro e il rubinetto. Infatti la maggior parte dei batteri rischiano di proliferare nel rubinetto e non nel depuratore acqua.
Sostituire la cartuccia in apnea, in modo tale da non buttare batteri nel filtro nuovo appena aperto. Una volta effettuata la manutenzione correttamente erogate 100 litri di acqua in modo tale da pulire completamente il carbone attivo (processo chiamato scarbonatura). Inizialmente l’acqua sarà nera, poi pian piano inizierà a tornare limpida e chiarificata.
Smaltimento rifiuti da fare dopo la manutenzione al depuratore d’acqua
Le cartucce esauste possono essere consegnate come rifiuti speciali oppure possono essere aperte e smistate. Se decidete per la seconda, vi basterà aprire la testata del filtro. La parte di carbone attivo, essendo di origine completamente vegetale, potrete buttarla via nell’umido. L’involucro del filtro, normalmente è in plastica alimentare e quindi potrete buttarlo nel secco o nella plastica a seconda se l’azienda prevede l’uso di plastiche riciclabili o meno. Questo passaggio, mostra solitamente ai clienti come aver adottato un depuratore e purificatore d’acqua permetta di abbattere completamente la produzione di plastica e rifiuti. L’idea di aver prodotto 3/4 filtri all’anno di scarto contro le 700/800 bottiglie (famiglia media con 2 bottiglie giorno) è una sensazione impagabile.
I passaggi corretti per fare la manutenzione al depuratore d’acqua a osmosi inversa
Sul depuratore ad osmosi inversa il passaggio di manutenzione è simile, con una piccola attenzione in più alla parte delle membrane. Si inizia sempre mettendo il depuratore in sicurezza, quindi si chiude l’acqua dalla valvola di emergenza a monte depuratore e si scarica l’acqua. Infine si spegne l’alimentazione. Una volta rimosso il gruppo di prefiltrazione del depuratore, è opportuno igienizzare correttamente il rubinetto di prelievo e le membrane osmotiche. Questo perché le membrane hanno una durata molto elevata negli anni e quindi è importantissimo effettuare correttamente il passaggio di igienizzazione. I sanificanti adatti all’uso alimentare sono due. Il perossido di idrogeno o il biossido di cloro. Questi elementi garantiscono un’azione battericida su tutte le membrane dando una sanificazione corretta al depuratore. L’igienizzazione dura circa 15 minuti e si effettua installando un prefiltro speciale con igienizzante all’interno alla macchina e ricollegandola alla corrente e all’acqua.
Una volta effettuata l’igienizzazione, è importante erogare almeno una trentina di litri di acqua dal depuratore per garantire di aver tolto tutto il sanificante. La restante procedura invece è uguale sul depuratore a microfiltrazione. Si inserisce quindi il prefiltro nuovo in apnea per evitare batteri, si effettua il procedimento di scarbonatura e si può di nuovo erogare acqua pura e buona direttamente dal rubinetto. Anche lo smaltimento rifiuti è uguale essendo il prefiltro identico per entrambi i modelli di depuratori.
Alcuni consigli dagli esperti
Nei depuratori a microfiltrazione sarebbe opportuno effettuare manutenzioni regolari ogni 6 mesi. Questo perchè si evita di portare il filtro fino al punto di intasamento. Infatti, come ogni prodotto soggetto ad usura, il grafico del rendimento mostrerebbe come il filtro mantenga un elevata funzione di filtraggio nelle fasi iniziali di depurazione, arrivando man mano a perdere potere filtrante verso la fine dei litraggi consentiti. Per questo motivo è buona norma adottare depuratori con sistemi di riconoscimento usura filtri come il nostro FC LED adottato su tutti i depuratori top di gamma. Questo permette al cliente di avere sempre un’indicativa sullo stato di salute del depuratore. Inoltre, questo sistema di depurazione acqua deve prevedere un sistema di debatterizzazione dell’acqua, in quanto una volta rimosso il cloro, l’acqua è soggetta a deterioramento più velocemente (essendo viva e non stoccata).
Ci sono due soluzioni, la lampada UV e la sinterizzazione all’argento. La lampada, per quanto possa dare la sensazione di essere più professionale, in realtà ha bisogno di un tempo di esposizione prolungato per garantire un’acqua priva di batteri. La sinterizzazione all’argento invece non ha azione battericida ma semplicemente batteriostatica però ha un’azione immediata e duratura nel tempo. Proprio per questo motivo è consigliato adottare carbone attivi di alta qualità sinterizzati all’argento. Per i depuratori ad osmosi invece, l’unico prezioso consiglio è di evitare l’esposizione prolungata al sanificante da parte delle membrane per evitare di rischiare di bruciarle. Questo sistema, se di alta qualità, non permette la proliferazione batterica pertanto l’igienizzazione è solo per una maggiore sicurezza.